MOSTRA FOTOGRAFICA “FALSI POSITIVI”

Falsi Positivi

 

Il cinema è illusione. Per questo è sempre stato di casa tra maghi e ciarlatani.

Vende il movimento, ma è solo una sequela di immagini fisse proiettate su uno schermo per appena un ventiquattresimo di secondo.

Sino alla fine del 2013 questi fotogrammi prendevano posto su un nastro di pellicola. Il cinema pagava così il suo tributo di nascita alla fotografia di cui è sempre stato nipote di primo grado. Dall’inizio del 2014 questo tributo alle radici cesserà di aver ragion d’essere.

Il 2014 è l’anno del definitivo passaggio al digitale. Con questo passaggio vanno in pensione figure come il vecchio proiezionista che, fino a quest’anno, ancora entrava in cabina per montare le copie, per giuntare le pizze, per mettere insieme pezzi di pellicola da cui trarre film di senso compiuto.

 

Falsi positivi è un omaggio alla pellicola, un ricordo di un modo di intendere il cinema come cosa fisica, che puoi toccare, manipolare e di cui puoi sentire, fisicamente, il peso.

L’idea di partenza era di costruire una mostra di scatti su pellicola. La pellicola doveva, quindi, raccontare la pellicola, riflettere se stessa su se stessa. Ma il cinema, oltre che documento, è, appunto, sempre illusione e le messe da Requiem le canta chi resta in vita, non chi se ne va.

Nel desiderio di raccontare la gloria dell’illusione della pellicola che è sempre un falso, ancorché originale, si è, quindi, deciso di utilizzare il digitale. Falsi positivi, appunto.

I quindici scatti che compongono la mostra sono in buona parte vecchie foto su pellicola ridigitalizzate e manipolate. Poche nascono direttamente in digitale. Tutte sono soggette ad un processo di falsificazione che stacchi l’immagine dal suo portato fenomenologico per falsificarla, trasformarla in altro.

 Ogni scatto si porta impressa una suggestione che rimanda ad un’altra illusione, ad un’altra fiera di baracconi. I titoli degli scatti sono, infatti, titoli di film, rigorosamente nella lingua originale.

L’omaggio alla pellicola è, in fondo, anche un omaggio alla poesia del cinema e del buio che lo circonda.

Alessandro Izzi

 

 

I titoli:

Broken blossom di David Wark Griffith

Cave of the forgotten dreams di Werner Herzog

Cigarette burns di John Carpenter

Close Encounters on the Third Kind di Steven Spielberg

Falsche Bewegung di Wim Wenders

Forgotten Silver di Peter Jackson

La congiuntura di Ettore Scola

La mariée était en noir di Francois Truffaut

Le silence est d’or di rene Clair

L’eclisse di Michelandelo Antonioni

Metropolis di Fritz Lang

Shadows di John Cassavetes

Suset Boulevard di Billy Wilder

The Last Picture Show di peter Bogdanovich

Up in the air di Jason Reitman



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